Laboratorio di disegno industriale e qualità ambientale: ”Oggetti e Sistemi per l’ abitare” L’ ANGOLO DEL CAFFE’, DALLA CASA ALLO SPAZIO FIERA

Università di Camerino UNICAM AA 2008-09
Facoltà di Architettura sede di Ascoli Piceno
Corso di Laurea in Disegno Industriale e Ambientale (CL42)

Laboratorio di Disegno industriale e qualità ambientale:
oggetti e sistemi per l’abitare

L’angolo del Caffè, dalla Casa allo spazio Fiera
Prof. Cristiano Toraldo di Francia
Tutors: Claudio Martini, Timothy Brownlee,
Dayla Riera, Mara Scalvini, Paola Tassetti

icoContenuti del Corso
Il corso si propone di esplorare l’universo dell’abitare contemporaneo, per registrare come il nostro secolo veda negata ogni decisa destinazione funzionale: si lavora in casa, si mangia in ufficio, si guarda il cinema in salotto etc. Questa osservazione si deve accompagnare con l’altro grande tema della condivisione dei servizi di base delle abitazioni, con il tema del ricambio generazionale e con la molteplicità delle figure della convivenza.
In particolare l’attività del Laboratorio sarà dedicata ad un tema specifico ”L’angolo del Caffè” in collaborazione con IFI, una tra le più importanti aziende del settore di produzione delle attrezzature per la ristorazione, da anni impegnata nella ricerca della qualità delle prestazioni, del design e della comunicazione dei propri prodotti.

Tema del Corso

Il rito del bere il caffè ha accompagnato e rispecchiato nei suoi cambiamenti strumentali e ambientali l’evolvere della società occidentale durante gli ultimi due secoli.
La nera bevanda ”qahva” originaria dell’Etiopia e della Persia dopo essere stata diffusa in Olanda e Regno Unito attraverso le rotte dell’oriente, arriva a fare la sua prima apparizione nei salotti della nobiltà veneziana agli inizi del 700.
La cerimonia del caffè nasce quindi come rituale domestico di offerta di una bevanda preziosa e ”speziale” servita in piccole e raffinate tazzine, stimolatrice di salotti e conversazioni che si prolungano senza sforzo fino a tardi nella notte.
E allora le prime botteghe non sono altro che la trasposizione fuori della casa, nei luoghi della città, del salotto con tutti i suoi arredi, divani, specchiere, tavolinetti, tende e quadri per il prolungamento pubblico del rito non più soltanto domestico.
Nel 1720 Floriano Francesconi apre il primo Caffè ”Alla Venezia trionfante”, chiamato poi Caffè Florian; poi nel 1775 è la volta di Giorgio Quadri ad aprire il Caffè omonimo sempre a Venezia sul lato dirimpetto delle Procuratie. A questi seguiranno il Pedrocchi a Padova, il San Carlo a Torino, il Caffè Greco a Roma e molti altri ancora, che costituiranno importanti luoghi di ritrovo per letterati e artisti durante tutto l’ottocento.
Lo scarno arredo del Cafè Museum di Loos nella Vienna del 1899 annuncia una nuova tipologia, che si adegua ai tempi e agli spazi della rivoluzione industriale racchiusi nella formula della casa come ”machine a habiter”: il Caffè-bar dove sorseggiare in piedi la bevanda in tazzine infrangibili, pressati dai tempi stretti di una società ossessionata dalla produzione, fondata sull’etica del lavoro e organizzata spazialmente e temporalmente sul modello della fabbrica.
Il 900 vede svilupparsi questo tipo di arredo dei luoghi del rituale pubblico del caffè, attraverso la messa a punto di elementi, che passano dalla costruzione artigianale alla produzione industriale sempre più orientata alla segmentazione modulare dei componenti, per offrire il massimo di flessibilità nell’assemblaggio e per la possibilità di infinite configurazioni finali.
La globalizzazione unita alla seconda rivoluzione industriale, che ha visto la metamorfosi dell’uomo da lavoratore produttivo a consumatore informato per una città che è passata dal modello della fabbrica al modello del Supermarket, ha provocato la crescita del tempo libero che è del resto essenziale per il consumo, e di conseguenza al dilatarsi dei tempi dei rituali pubblici come quello appunto del Caffè.
La catena internazionale Starbuck voluta dal signor Schultz dopo un viaggio in Italia negli anni 80 attraverso i Bar e i Caffè di Milano e Venezia, ripropone all’interno dei locali l’originario arredo domestico fatto di comode poltrone, tavolinetti pieni di riviste, libri e musica I-pod, frutto di un accordo con Apple, a testimonianza di un nuovo rapporto temporale e spaziale con il rito appunto del caffè.
Ma anche il luogo della preparazione, il banco di somministrazione, subisce un cambiamento, in parallelo con gli elementi tipici dell’arredo domestico.
Cosi’ come si assiste alla negazione di qualsiasi destinazione funzionale con il conseguente perdere di specializzazione e tipicità dei contenitori ambientali, si lavora in casa e si mangia in ufficio mentre si va al cinema in salotto, dall’altra gli elementi d’arredo si ibridano per rispondere a determinate funzioni in luoghi differenti.
L’ambiente domestico perde cosi’ le sue divisioni tradizionali per aprire lo spazio come in un teatro all’avvicendarsi delle azioni nello stesso luogo con il solo cambiamento di scena: dall’Home office alla Spa, all’angolo del Caffè, la casa accoglie tutta la città.
Cosi’ nell’ambiente del Bar mentre il tradizionale banco si separa in più elementi nello spazio, dall’angolo del gelato all’angolo del caffè, il rito del caffè appunto, esce dal suo luogo specializzato per entrare all’interno di più spazi funzionali dall’ufficio, alla fermata del treno, dalla fiera al foyer di un teatro, mentre per mezzo delle macchine espresso elettriche ritorna anche all’interno dell’ambiente domestico, ma abbandonando la cucina e il tradizionale fornello a gas.
Gli studenti del Corso di Progettazione dovranno registrare questi nuovi sistemi e studiare le nuove modalità del rito del caffè all’interno dello spazio bar cosi’ come in altri contesti tenendo presenti da un lato le esigenze industriali dell’azienda IFI, ma dall’altro le necessità di una visione libera e propositiva di ulteriori nuovi scenari.

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