Laurea Magistrale in Architettura
Laboratorio di Progettazione del Paesaggio AA 2007-08
Prof. Cristiano Toraldo di Francia
Tutors: Arch. Claudio Martini, Arch. Cristina Antonelli, Mara Scalvini, Sonia Pettinari
Contenuti disciplinari dell’insegnamento
Quando la prima navicella spaziale si stacco’ dalla terra portando il capitano Gagarin in orbita ad una altezza mai raggiunta prima da essere umano, divenne improvvisamente chiaro come quel suolo che era stato considerato fino ad allora vassoio neutrale su cui poggiare le architetture altro non era in realtà che la superficie irregolare di una sfera celeste, piccola navicella spaziale, a sua volta, se confrontata con gli altri corpi immensamente più grandi persi nello spazio siderale.
Possiamo quindi oramai ritenere superata la definizione di Le Corbusier secondo cui l’architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi assemblati nella luce, cui fa da sfondo il paesaggio naturale (figura/sfondo), per considerare invece un nuovo rapporto tra questa come tra altre dialettiche opposizioni: architettura/suolo, naturale/artificiale, città/campagna, centro/periferia, interno/esterno, architettura/contesto.
All’Alles ist architectur di Hans Hollein, potremo oggi sostituire Alles ist Landshaft, indicando con questa definizione una nuova alleanza, ma anche una nuova visione per la quale architettura e paesaggio senza essere più categorie distinte, si integrano, si contaminano, si ibridano proponendo nuovi paradigmi.
Questa nuova alleanza pone in discussione la sequenza tettonica di edificio come successione di piani orizzontali per introdurre un nuovo concetto di continuità tra suolo e piani orizzontali e verticali, mettendo in crisi il concetto di facciata, attraverso una condizione di obliquità che si risolve in un continuum spaziale, dissolvendo di fatto i limiti del progetto e ancora una volta eliminando la distinzione netta tra interno e esterno. Il concetto di paesaggio si è venuto modificando, nel tentativo di comprendere gli effetti del progressivo dilagare della città verso la campagna, come ci ricorda Cao citando quel passaggio di Loos nel quale la villa dell’architetto rompe ”con inutile stridore” l’armonica composizione di un ideale paesaggio rurale affacciato sulle rive di un lago.(1)
D’altra parte la Convenzione europea del Paesaggio, siglata a Firenze nell’ottobre 2000, prevede il superamento del conflitto tra pianificazione paesistica e pianificazione urbanistica ”nell’ottica di un continuo territoriale in cui tutto il territorio è paesaggio”.(2)
Parlare di paesaggio oggi vuole dire quindi riconoscere come oramai l’intera superficie della Terra direttamente o indirettamente sia il risultato di trasformazioni umane, compresi quel deserto o quelle distese di ghiaccio delle calotte polari, che fino a qualche tempo fa ritenevamo pura natura incontaminata, ultima frontiera indenne dall’antropizzazione generalizzata del pianeta. Lo scioglimento accelerato dei ghiacciai e l’incipiente desertificazione di molte aree del globo dovute all’effetto serra sono in effetti altrettanti progetti scellerati di trasformazione del paesaggio a scala planetaria.
Possiamo allora provare a leggere queste trasformazioni operate dall’uomo sulla superficie del pianeta riassumendole secondo quattro tipologie, ben coscienti della genericità di tali distinzioni, e della relativa dipendenza dalla variabile tempo (storico e meteorologico), che hanno reso tale superficie un complesso e dinamico palinsesto.
1- Il paesaggio urbano: ovvero limitate porzioni di territorio costruite fino ad assumere la forma di ”grandi case”, paesi o città. Tali limiti un tempo ben leggibili e dettati da forme codificate sono stati nel secolo scorso superati e la città oggi si espande e si polverizza fondendosi con i territori agricoli circostanti e creando territori ibridi interclusi.
2- Il paesaggio disegnato: limitate porzioni di territorio trasformato con intenzioni estetiche e ludiche (dal giardino, al parco, alla land art).
3- Il paesaggio agricolo: porzioni di territorio, anche di grande estensione, trasformate con intenzioni funzionali : dal paesaggio agricolo, ai pascoli, alle colture lignee, con le relative infrastrutture (canali, dighe, etc.).
4- Il paesaggio ”naturale’‘, ovvero senza interventi umani diretti, ma con trasformazioni in atto provocate dalla presenza di infrastrutture e da una serie di cambiamenti climatici, in parte attribuibili ad attività umane.
Strumenti di insegnamento
La conoscenza del senso, del valore e della qualità del paesaggio e delle componenti che lo configurano, secondo accezioni fortemente legate ad una interpretazione delle forme del territorio, come forme della complessità, nella quale elementi naturali e elementi artificiali trovano una reciproca contaminazione.
In questa luce il corso riconosce a tutte le forme del territorio l’appartenenza ai temi della progettazione sia per il caso del mantenimento, sia del restauro, sia dell’innovazione insediativa, sia in sostanza per tutti i temi propri della progettazione.
Lo studente dovrà essere in grado di esprimere un progetto di architettura, interpretando il territorio e per esso il paesaggio che lo connota, come costruzione complessiva di una stessa geografia nella quale si sperimentano le ragioni progettuali più ampie, secondo le necessità e le utilità che gli interventi di modificazione implicano.
Lo studente dovrà essere in grado di leggere i processi di trasformazione fisica avvenuti in un dato territorio come risultato di analoghi processi di evoluzione sociale ed economica e dei loro rapporti con lo sfruttamento dei suoli.
Dovrà inoltre possedere le necessarie conoscenze tecniche di manipolazione dei materiali naturali e artificiali che compongono un territorio per poter intervenire sia nel caso della manutenzione che nel caso della trasformazione del paesaggio.
Durante il Laboratorio si svolgeranno lezioni teoriche con l’obbiettivo di descrivere i vari tipi di paesaggio sopraelencati e fornire gli strumenti progettuali per l’intervento di modificazione in contesti esistenti o per l’ invenzione di nuovi paesaggi. Cercheremo anche di introdurre nel processo di progettazione degli spazi la conoscenza dei materiali naturali, terra acqua e elementi vegetali (alberi).
Ma certamente la parte fondamentale del Laboratorio sarà relativa all’iter di progettazione, che partirà dall’analisi dei luoghi, dalla loro storia per passare alla formulazione di ipotesi di trasformazione (diagrammi spaziali e di flussi), in un continuo dialogo e confronto con progetti analoghi della storia moderna e contemporanea, per arrivare infine alla rappresentazione del progetto finale, tenendo comunque presente che i materiali naturali vivono loro stessi processi di trasformazione autonomi, che dobbiamo saper prevedere in un ottica di con-vivenza tra uomo e natura.
Gli studenti, divisi in gruppi di due persone, dovranno progettare la sistemazione delle aree, conoscendo le indicazioni dei PRG vigenti, tenendo conto della evoluzione storica dei luoghi, ma adoprando il progetto come sistema critico di conoscenza della realtà e prefigurazione di scenari alternativi per lo sviluppo futuro dell’insediamento in un ottica di paesaggio continuo.
A differenza del progetto di architettura tradizionale il risultato del progetto di paesaggio non è certamente un immagine statica, il disegno di un’opera o di un monumento, ma è invece la definizione di un sistema dinamico di avvicendamento nel tempo di differenti immagini.
Il lavoro sul modello procederà in parallelo con l’elaborazione attraverso il disegno automatico, che alternerà lo strumento della vista a collage al disegno in scala.
I progetti saranno rappresentati quindi attraverso grafici e modelli.
Si inizierà lo studio su modelli e fotomontaggi in scala 1:2000, per passare poi alla scala 1:1000 e definire poi il progetto finale in scala 1:500 e dettagli alle scale adeguate.
Tempi e fasi di attuazione del programma
Durante la prima parte del semestre l’attività di laboratorio alternerà la fase teorica e orientativa con la progettazione di un sistema di parco a grande scala.
Proveremo anche un’esercitazione ”sul campo”, costruendo la seconda edizione del Giardino pensieroso che farà parte della manifestazione annuale Saggi Paesaggi organizzata dalla Provincia.
La seconda parte sarà dedicata alla progettazione di una porzione dell’area studiata nella prima parte, scendendo di scala fino ai dettagli costruttivi.
Durante l’attività di laboratorio lo studente dovrà:
a) documentare attraverso un ”quaderno degli schizzi”, i materiali naturali alberi e arbusti e situazioni di paesaggio (vedere i taccuini sul paesaggio di Tullio Pericoli)
b) mettere a punto un archivio personale di immagini fotografiche e/o disegnate di alberature e arbusti, persone, frammenti di paesaggi, etc. da trasferire sui disegni per evitare l’assunzione meccanica delle rappresentazioni CAD
c) restituire graficamente, in modo ordinato ed organico alle scale più appropriate, il progetto di paesaggio
d) realizzare modelli di studio che devono accompagnare e non seguire l’esperienza progettuale costruiti con materiali semplici (carta, cartoncino, balsa) e strumenti semplici e non pericolosi o di tipo virtuale con applicazioni informatiche che saranno indicate all’inizio del corso.
Mostra ”Dal Foglia al Mare” a cura del Comune di Pesaro
I materiali prodotti durante il laboratorio, opportunamente selezionati, andranno a far parte di una mostra in programma per il Novembre 2008 , a Pesaro in Palazzo Gradari, insieme a quelli elaborati nell’AA 2006-07.
Verifiche didattiche e modalità d’esame
Il corso, come tutti i Laboratori, avrà frequenza obbligatoria (la presenza dovrà essere superiore all’70 % del monte ore complessivo e sarà controllata attraverso firme di frequenza), e compierà verifiche intermedie allo sviluppo del progetto. Le valutazioni maturate durante tutto il semestre ed il colloquio, che verificherà in sede d’esame la conoscenza approfondita del lavoro prodotto anche in relazione agli argomenti svolti nel ciclo delle comunicazioni, concorreranno a fornire il giudizio finale.
Testi consigliati
1- Cristiano Toraldo di Francia, X-scapes, ALINEA editrice, Firenze 2005
2- Cristiano Toraldo di Francia, Trees/alberi, ALINEA editrice, Firenze 2007
3- Franco Panzini, Progettare con la natura,
4- Nicolin, Repishti, Dizionario dei nuovi paesaggisti, SKIRA ed. Milano 2003
5-A. Aymonino, V. P.Mosco, Spazi pubblici contemporanei, Architettura a volume zero,
SKIRA ed., Milano 2006
6- AA.VV. I nuovi paesaggi, Lotus navigator n°2, Electa 2001
Da consultare
El Croquis, Domus, Area, Industria delle costruzioni, Casabella, e ad altri numeri di Lotus
navigator quali:
AA.VV. Fare l’ambiente, Lotus navigator n°5, Electa 2002
studentesse: Alice Pasquini, Sara Trebeschi
studente: Eder Staffolani
studentessa: Sara Farina
studenti: Andrea Renzi, Ilenia Pierantoni
studenti: Andrea Renzi, Ilenia Pierantoni